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I libri secondo me e nessun altro.


Spesso leggo e spesso mi domando, quando guardo un libro, come sarà quando lo avrò terminato. Lo immagino con tutte le sottolineature che hanno guidato gli occhi mentre sgranavano le righe piene di scelte dell’artista ed emozioni tutte mie; gli sbuffi di matita dati per sbaglio, i cerchietti intorno alle parole nuove e le strisce che ho calcato al lato di un concetto troppo lungo per essere sottolineato interamente. Le orecchiette che mi hanno aiutato a tenere il passo. Il segno.


Le idee e i pensieri che mi ha suscitato lo scrittore quando ha deciso di buttare giù quelle righe utilizzando proprio quelle parole. Quel susseguirsi di lettere esatte.


Penso alle macchie dei caffè che mi hanno accompagnato nella lettura.

Poi lo rivedo immacolato e mi convinco di quanto sia sbagliato un libro perfettamente tenuto. In modo ligio, senza i tratti del passaggio sotto le mie mani e i miei occhi.


Io so che i libri hanno la stessa funzione irrinunciabile delle donne. Non delle donne e basta: le donne che fanno le puttane, in senso buono s’intende. Le donne che vendono il proprio corpo, il proprio tempo e il proprio carisma, ognuna a modo suo.

Quelle donne che il tempo te lo dedicano, quello che cerchi; lo spazio, quello che trovi, e le attenzioni, quelle che brami.


I libri vanno sperimentati, trovati. Devi scegliere quello che più ti ispira. La difficoltà si cela nel prendere quello con la copertina più seducente o col nome più attraente. Quello che ti solletica lo sfizio quando lo adocchi.


I libri vanno toccati, sedotti a loro volta, vanno presi, girati, rovesciati, annusati e fissati.

Coi libri ci crei un legame, sebbene effimero, e la durata di esso dipende solamente da te.


I libri hanno una loro anima, una loro storia, non lo dimentico mai. Hanno un passato, un presente dove potresti esserci anche tu e un futuro senza di te, forse.


Coi libri ti prendi un caffè, un tè, un negroni, un niente. Una boccia di vino.

Li porti in giro con te o ci resti da solo in casa. Li tratti un po’ male o con una strana delicatezza.


Coi libri ci fai un ragionamento campato in aria, in base a quello che vi siete detti o non detti, per poi dargli modo di evolversi e diventare una farfalla che va a raggiungere il resto dello sciame di pensieri.


Coi libri resti in silenzio perché non vuoi rovinare la perfezione di quei princìpi, oppure perché ti ha lasciato un vuoto strano in gola che ti leva la voce.


I libri ti assecondano perché sono lì per te, per darti quello di cui hai bisogno, per quello per cui li hai cercati.


I libri hanno pochi motivi per essere vivi. Vividi nella nostra vita.

I libri ti dicono solo quello che leggi - tra le righe - ma solo tu sai come leggerlo, come interpretarlo e come portarlo con te.

Proprio loro si fanno aprire e toccare, prosciugare e sfinire e ti rendono milioni di emozioni. O magari una sola, per poi passare al prossimo lettore, e tu al prossimo libro.


E ogni tanto penso a quel libro e a quello che mi ha fatto vivere, a quello che ci siamo letti.


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